L'ansia è un
fenomeno emotivo particolarmente complesso e multidimensionale. Complesso
perché presuppone l'attivazione di variabili simultanee, e multi-dimensionale
perché si stabiliscono connessioni tra vari tipi di risposte individuali.
- soggettiva (quello che la persona spiega durantele sedute di psicoterapia, questionari, ecc.)
- cognitive (si riferiscono ai nostri pensieri)
- fisiologica (sintomi, fra cui i più comuni sono: tachicardia, sudorazione, palpitazioni, iperventilazione, vertigini, ecc.)
- comportamentale (cosa facciamo, le nostre reazioni e comportamenti).
Tutte queste
risposte, se si attivano contemporaneamente, provocano dei cambiamenti a livello della nostra sfera emotiva in grado
di attivare uno stato di tensione. In queste circostanze ci sentiamo in un
costante e potenziale stato di pericolo. È come se la persona che sperimenta
uno stato di ansia avesse una sorta di sistema di allarme ipersensibile
permanentemente attivo.
Questo meccanismo finisce spesso per generare un
circolo vizioso:
ANSIA ---> STIMOLI
INTERNl ---> PAURA DELL’ ANSIA
---> ANSIA (ANTICIPATORIA)
Una risposta
cognitiva inappropriata genera quindi una risposta comportamentale che risulta
anch’essa in appropriata, entrambe incidono sulla sfera emotiva della persona
in modo significativo.
Quando la persona
sperimenta uno stato di'ansia si hanno pensieri negativi, incorretti, strani e
anomali.
Quando sentiamo
l'ansia abbiamo la tendenza a pensare in termini catastrofici, ad elaborare le
informazioni in modo distorto, perdiamo la capacità di valutare in modo
prospettico, pensiamo in termini di sì-no e anticipiamo pericoli ... anche il
pericolo di essere ansioso.
L’ansia è dunque
una risposta inappropriata basata su una valutazione non equilibtata del grado
di pericolo, con una perdita del controllo di noi stessi.
(Articolo di
Sonja Sampaolesi Psicologa di APP Barcellona)