jueves, 12 de abril de 2012

Imparare a vincere lo stress da lavoro: consigli dalla Spagna

Lo stress colpisce circa un terzo della popolazione spagnola ed è una delle cause principali delle malattie causate dal lavoro. E, se è vero che non sempre è possibile tenere sotto controllo ciò che lo causa, imparare a mantenersi controllati invece lo è .
C'è chi vive lo stress come una malattia cronica e devastante, c'è chi ha fatto della propria vita un'attività stressante e non sa più come fare a liberarsi di questo pesante carico, ma c'è anche chi ha bisogno di essere quotidianamente sotto stress per sentirsi vivo, sebbene questo tipo di vita porti a pesanti conseguenze sia fisiche che psicologiche.


Per gli stressati cronici la domenica è il giorno peggiore, in cui il malessere si manifesta più o meno intensamente a seconda di come viene progettata la giornata: sono le persone a cui manca – anche se solo per un giorno – l'avvelenamento adrenalinico e di tensione dei giorni normali, sono coloro che non si sanno rilassare, o che non provano gioia e piacere nel rilassarsi.
Secondo studi svolti dalla “Società Spagnola per lo studio dell'ansia e dello stress” (SEAS) lo stress è un fattore di lotta, d'allerta, di invito al lavoro, allo sforzo, quindi in alcuni casi può essere positivo, ma il rischio è quello di vivere sempre sovraccarichi, non riuscire a riposare, a fermarsi, ed è questo ciò che succede ad uno spagonolo su tre.
Il 28% della nazione vive stressata, e spesso lo stress è dovuto a ritmi di vita e di lavoro molto pesanti, a pesanti incidenze economiche, o anche a fattori sociali: tutte situazioni molto radicate, che ci fanno capire come mai il consumo di antidepressivi e tranquillanti non accenni a fermarsi.
Lo scorso anno il 16% della popolazione ha fatto uso di questo tipo di farmaci, che a fine anno ha raggiunto una vetta di ben 96,5 milioni di confezioni vendute, e le statistiche ci spiegano anche che solo 2/3 di queste confezioni sono state vendute con regolare ricetta medica.
Questi farmaci (normalmente benzodiazepine) calmano il paziente, ma non lo curano, non attaccano il problema alla radice, e le persone che ne fanno uso si limitano quindi a sopravvivere allo stress quotidiano, niente di più: la maggior parte di questi pazienti non soffre di una depressione grave che giustifichi questo tipo di cura, ma solo un malessere generale che viene appagato con un uso temporaneo ed occasionale di questo tipo di farmaci.
È comunque certo che questo “arsenale farmaceutico” potrebbe calare: lo stress non è una condanna fatale o irreversibile: spezzarne le catene è possibile.
Ci sono però professioni che, oltre al rischio fisico portano con se minacce che possono all'inizio presentarsi come attrattive, ma che a lungo andare logorano, e le professioni che hanno a che fare con l'epoca della crisi economica e dei cambamenti socioculturali sono quelle più colpite.
Quasi la metà dei professori della scuola secondaria, per esempio, ha la percezione di non avere nessun controllo sui propri alunni: “Alcuni ricevono minacce e convivono con un clima di violenza anche nelle aule” ricorda Cano.
Ma come si può affrontare, allora, una simile situazione ?
È meglio affrontare il problema o ignorarlo?
La soluzione dipende dai casi, ma il ricorso allo psicologo e l'apprendimento di tecniche e forme di controllo dello stress sono provvedimenti sempre più utilizzati dal corpo insegnante.
In altri casi l'ambiguità del ruolo che si deve rappresenatre genera angoscia e da il via a situazioni di stress.
E' imprescindibile dare al lavoratore una corretta informazione sulle funzioni che dovrà svolgere e sul ruolo che dovrà ricoprire, ma allo stesso tempo si deve essere certi che sarà in grado di svolgere il lavoro che gli sarà affidato, ed è qui che giocano un ruolo fondamentale i corsi di formazione. Un altro fattore da tenere presente è il tempo: il lavoratore deve poter gestire il proprio orario di lavoro, senza che questo comporti un controllo minuzioso da parte del datore di lavoro. D'altra parte il lavoro monotono genera stress: è necessaria una rotazione. Se consideriamo che il 50% dell'assenteismo da posto di lavoro e alcune malattie sono relazionate allo stress, l'applicazione della “Legge di Prevenzione” che riguarda i rischi sul posto di lavoro non solo permetterebbe una riduzione delle assenze da stress, ma metterebbe al sicuro molti lavoratori.
Non tutti però si relazionano allo stress allo stesso modo: c'è una maggiore propensione allo stress, per esempio, nelle persone che hanno un carattere perfezionista o un temperamento ossessivo: ricercano la perfezione nel lavoro, perdendo a volte molto tempo nel ripeterlo finchè non raggiunge il grado di accuratezza che vogliono, e reagiscono malissimo davanti ad un errore. Sono queste persone che vedono compiersi nel loro stesso fisico lo scenario tensivo che lo stress accumula: stanchezza, demotivazione, insonnia, perdita di memoria, dolori muscolari alle spalle e alla schiena, alterazioni digestive e muscolari, e così via.
"Spesso si parla di stress emozionale quando ci si riferisce a persone che sono in lotta costante con ciò che li circonda” afferma il dottor Jordi Rius, cardiologo del Centro medico Teknon di Barcellona, “e questo tipo di stress che, impotente di fronte a tensioni relazionate al posto di lavoro, porta ad una catena stress-depressione-ansia infinita”. Come cardiologo il dottor Rius si interessa agli effetti che lo stress ha sulle arterie coronarie: “Nel caso dello stress cronico è difficile da quantificare, perchè da solo questo tipo di stress può portare all'infarto del miocardio, e spesso le diatribe nascono perchè il datore di lavoror riconosce che chi è affetto da stress cronico è soggetto a questo tipo di infarto anche fuori dal posto di lavoro”.
Ultimamente, inoltre, i cardiologi considerano importanti anche altri fattori, come lo stress provocato dall'ultima importante crisi economica, e che ricopre tutti i settori della società “Ciò che abbiamo potuto constatare in un momento come questo è che, per esempio -continua il dottor Rius – anche molti ipertesi da noi tenuti sotto controllo hanno avuto rialzi pressori, quindi ci immaginiamo come possa stare chi non ha problemi simili e non è controllato adeguatamente”.
E se da una parte lo stress è l'alleato principale dell'arteriosclerosi (indurimento e perdita di elasticità delle arterie dovuto a depositi di massa grassa che vi si accumulano), con il conseguente rischio di infarto cardiaco o cerebrale, dall'altra le persone stressate vivono solitamente una vita sedentaria, mangiano in fretta e dormono male: un circolo vizioso infinito.
Un circolo che si estende a tutte le classi sociali “Non è più la malattia dei dirigenti o dei professionisti - dice il dottor Rius – e circa il 50% dei decessi per infarto cardiaco o cerebrale avviene tra i 18 e i 69 anni”.
Lo stress può portare ad un disturbo di tipo ansiogeno che a sua volta fomenta lo stress, le fobie, il panico: “Si ha la sensazione di essere vicini alla morte, o ad un pericolo imminente e fatale, e si abbassa la soglia delle funzioni vitali”.
Gli esperti raccomandano non solo di non sottovalutare episodi di forte stress che portano a queste manifestazioni, ma anche che la prevenzione inizi presto: “Oltre a controllare la pressione, il colesterolo, il diabete, bisogna imparare a fumare e bere meno, evitare il più possibile il caffè e fare esercizio fisico” afferma il dottor Rius.
Lo stress altera inoltre i ritmi del sonno, e ricorrere a farmaci che aiutano a dormire è una soluzione che spesso si converte in una parte stessa del problema quando si arriva a farne un uso quotidiano e l'insonnia diventa così cronica : Bisogna ricordare che quando prendiamo un ansiolitico o uno psicofarmaco per rilassarci, il corpo parte subito alla ricerca di un nuovo equilibrio interno, con un'azione compensatoria che consiste nel riattivarsi.
Lo stress mette in moto emozioni come la tristezza, la rabbia, la paura, accentua l'irritabilità e le discussioni. È proprio per questo che non solo le cause ma anche le conseguenze si prestano ad essere prese in esame in una psicoterapia con l'obiettivo di trovare un approccio diverso, migliore, che favorisca un nuovo equilibrio e ci apporti più benessere.

(Notizia)

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